Il Museo Casorella ha tra i suoi principali compiti quello di valorizzare il patrimonio artistico di Locarno, che conta circa 4’500 opere, tra dipinti, sculture e stampe. Si tratta della più importante collezione ticinese nel suo genere.

Casorella propone al pubblico una nuova esposizione direttamente legata al patrimonio artistico cittadino, dedicata a Nesto Jacometti, affascinante figura del panorama culturale locarnese e internazionale del secolo scorso, il cui munifico lascito di oltre 1500 opere grafiche è entrato a far parte delle Collezioni della Città di Locarno nel 1977.

La mostra si concentra sull’attività di editore di Nesto Jacometti, promotore di due importanti progetti: la Guilde Internationale de la Gravure (Gilda internazionale dell’incisione) e L’Oeuvre Gravée (L’opera incisa). Le due avventure editoriali sono strettamente legate al percorso biografico di Jacometti, ai luoghi e alle persone che ha conosciuto durante la sua vita.

Nato a Locarno sul finire del XIX secolo, all’età di 30 anni lascia il Ticino per trasferirsi a Parigi e immergersi nell’atmosfera bohème di Montparnasse. Affermandosi nell’organizzazione di esposizioni d’arte francese riesce a intessere una fitta rete di relazioni. La guerra lo costringe a rientrare in Svizzera, a Ginevra, dove lavora in ambito giornalistico. L’attività intensa gli permette di conoscere figure attive in campo editoriale, come Albert Skira e Pierre Cailler. Con quest’ultimo nasce una collaborazione che sfocia, nel 1949, in una gilda della stampa: un’edizione di incisioni e litografie destinate a una vasta diffusione, rappresentativa dell’opera degli artisti di fama del filone “post” Scuola di Parigi.

La prima parte dell’esposizione è pertanto dedicata alla Guilde Internationale de la Gravure, nella quale sono coinvolti artisti già conosciuti, come Rufino Tamayo e Jean Lurçat, ma anche nuove figure come Antoni Clavé, Zao Wou-Ki, Alfred Manessier, Gustave Singier e Zoran Music. Jacometti ha la funzione di direttore artistico dell’operazione, che riesce a portare al successo e ad affiancare a pubblicazioni che documentano gli artisti rappresentati. La sua abilità letteraria viene premiata alla Biennale di Venezia nel 1953, con il Gran Premio della critica.

Nel 1955 Jacometti sceglie di impegnarsi autonomamente in una nuova iniziativa editoriale, L’Oeuvre Gravée, alla quale sono legate le opere della seconda parte della mostra. Notevole la sua capacità, nonostante l’assenza di Cailler, di riuscire a legare a sé di nuovo nomi prestigiosi sulla scena artistica parigina. Inoltre molti artisti che devono a lui l’iniziazione all’arte dell’incisione: tra questi Marino Marini, Massimo Campigli, Zao Wou-Ki, Johnny Friedlaender. Si distinguono in questa nuova esperienza anche Corneille, Max Ernst e Alberto Magnelli.

A metà degli anni Sessanta Nesto Jacometti ritorna a Locarno e vi trascorre gli ultimi anni della sua vita, portando ad ogni modo avanti i suoi progetti editoriali. Decide di lasciare in legato ad alcune collezioni pubbliche svizzere una scelta rappresentativa delle sue stampe. A Locarno riserva il regalo più generoso: la quasi totalità della sua opera di editore, sulla quale si concentra questa esposizione e metà della sua collezione personale di opere originali e di incisioni.

La Guilde Internationale de la Gravure e L’Oeuvre Gravée rappresentano due importanti progetti che vertono al rinnovamento della stampa a metà del XX secolo. Jacometti è stato l’ideatore di una tendenza e di un fenomeno di successo, impegnandosi lungo l’arco di tutta la sua vita in questa attività: il lascito alla sua città natale conferma il desiderio di continuità del suo operato.

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